CAU – Criticità del nuovo sistema Emergenza Urgenza
Da novembre, è stata attivata dalla Regione Emilia Romagna la rete di CAU (Centri Assistenza Urgenza), avviando così la riforma regionale del sistema emergenza urgenza, nel tentativo di alleggerire i Pronto Soccorso.
Dal 1 novembre 2023 al 15 gennaio 2024, sono stati aperti complessivamente 24 CAU da Piacenza a Rimini. Nei primi due mesi e mezzo di attività, sono stati registrati 28.636 accessi; di questi pazienti l’84% ha trovato cura e assistenza in struttura. Nel 54% dei casi, si tratta di urgenze a bassa criticità, come problemi ortopedici, gastrointestinali e disturbi minori. Inoltre, la gestione dei codici bianchi e verdi nei CAU avrebbe contribuito a ridurre il tempo medio di attesa a 1 ora.
Se da un lato il monitoraggio della Regione Emilia Romagna mostra dati positivi su questa prima fase dei CAU, dall’altro la situazione nei pronto soccorso fa emergere alcune perplessità su questo sistema.
Perplessità e criticità che si sono particolarmente acuite durante le scorse settimane quando, con il picco influenzale e il turnover per le festività, il sistema si è trovato in estrema difficoltà.
La prima cruciale questione da affrontare riguarda i medici e tutto il personale sanitario che, come denunciato dalla Cisl da mesi, sono in affanno ormai dagli inizi della pandemia. Ad esempio, nel giorno di Natale e in quelli precedenti, era presente il 50% del personale necessario e l’overbooking è stato inevitabile. Medici e infermieri scarseggiano, e sono costantemente chiamati a fare sacrifici al fine di garantire la continuità assistenziale ai cittadini.
“La crisi di personale tocca anche i medici di famiglia – sottolinea Annalisa Pilia, Segretaria Generale Cisl Medici Emilia Centrale – professionisti sulle cui spalle ci sono all’incirca 2mila mutuati da gestire con poco meno di 40 ore contrattuali. Quella dei medici di famiglia è una categoria che, se alleggerita dal carico burocratico, potrebbe aiutare di più il sistema dei Cau.”
La CISL Medici Emilia Romagna chiede più risorse!
Affinché la rete di emergenza urgenza possa funzionare, al di là dei dati nell’ordinarietà quotidiana, garantendo continuità assistenziale, senza i sacrifici di medici, infermieri e operatori sanitari, occorrono più risorse per assumere nuovo personale sanitario e per pagare e formare quello già esistente. Rivedere il progetto dei CAU, attraverso il confronto, tenendo in conto delle necessità reali dei medici e del personale che è in prima linea per garantire assistenza alle cittadine e ai cittadini.
Massimo Dall’Olio, Segretario Generale di Cisl Medici Emilia Romagna afferma: “Il nostro sindacato si impegna fermamente a difendere i diritti e il benessere di tutti i medici che operano nei Pronto Soccorso e nei Centri di Assistenza Urgenza, affinché possano svolgere la loro cruciale missione nel fornire cure di alta qualità con il sostegno e le condizioni di lavoro adeguate.”
CAU – Criticità del nuovo sistema Emergenza Urgenza
Da novembre, è stata attivata dalla Regione Emilia Romagna la rete di CAU (Centri Assistenza Urgenza), avviando così la riforma regionale del sistema emergenza urgenza, nel tentativo di alleggerire i Pronto Soccorso.
Dal 1 novembre 2023 al 15 gennaio 2024, sono stati aperti complessivamente 24 CAU da Piacenza a Rimini. Nei primi due mesi e mezzo di attività, sono stati registrati 28.636 accessi; di questi pazienti l’84% ha trovato cura e assistenza in struttura. Nel 54% dei casi, si tratta di urgenze a bassa criticità, come problemi ortopedici, gastrointestinali e disturbi minori. Inoltre, la gestione dei codici bianchi e verdi nei CAU avrebbe contribuito a ridurre il tempo medio di attesa a 1 ora.
Se da un lato il monitoraggio della Regione Emilia Romagna mostra dati positivi su questa prima fase dei CAU, dall’altro la situazione nei pronto soccorso fa emergere alcune perplessità su questo sistema.
Perplessità e criticità che si sono particolarmente acuite durante le scorse settimane quando, con il picco influenzale e il turnover per le festività, il sistema si è trovato in estrema difficoltà.
La prima cruciale questione da affrontare riguarda i medici e tutto il personale sanitario che, come denunciato dalla Cisl da mesi, sono in affanno ormai dagli inizi della pandemia. Ad esempio, nel giorno di Natale e in quelli precedenti, era presente il 50% del personale necessario e l’overbooking è stato inevitabile. Medici e infermieri scarseggiano, e sono costantemente chiamati a fare sacrifici al fine di garantire la continuità assistenziale ai cittadini.
“La crisi di personale tocca anche i medici di famiglia – sottolinea Annalisa Pilia, Segretaria Generale Cisl Medici Emilia Centrale – professionisti sulle cui spalle ci sono all’incirca 2mila mutuati da gestire con poco meno di 40 ore contrattuali. Quella dei medici di famiglia è una categoria che, se alleggerita dal carico burocratico, potrebbe aiutare di più il sistema dei Cau.”
La CISL Medici Emilia Romagna chiede più risorse!
Affinché la rete di emergenza urgenza possa funzionare, al di là dei dati nell’ordinarietà quotidiana, garantendo continuità assistenziale, senza i sacrifici di medici, infermieri e operatori sanitari, occorrono più risorse per assumere nuovo personale sanitario e per pagare e formare quello già esistente. Rivedere il progetto dei CAU, attraverso il confronto, tenendo in conto delle necessità reali dei medici e del personale che è in prima linea per garantire assistenza alle cittadine e ai cittadini.
Massimo Dall’Olio, Segretario Generale di Cisl Medici Emilia Romagna afferma: “Il nostro sindacato si impegna fermamente a difendere i diritti e il benessere di tutti i medici che operano nei Pronto Soccorso e nei Centri di Assistenza Urgenza, affinché possano svolgere la loro cruciale missione nel fornire cure di alta qualità con il sostegno e le condizioni di lavoro adeguate.”
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